Nell’analisi forense, determinare se una soluzione di continuo di forma rotondeggiante sia un foro di ingresso determinato dall’azione di un proiettile, è una questione di fondamentale importanza. Questa distinzione può avere implicazioni cruciali per la ricostruzione degli eventi che hanno portato alla lesione o alla morte di una persona. Esistono diverse caratteristiche specifiche che possono aiutare a identificare un foro di ingresso, ma è importante notare che queste possono essere alterate da vari fattori, complicando ulteriormente l’analisi dell’evento e la ricostruzione della dinamica.
Caratteristiche di un Foro di Ingresso
- Margini Introflessi: Uno dei segni distintivi più chiari di un foro di ingresso sono i margini introflessi, ovvero rivolti verso l’interno del corpo. Questo effetto è dovuto alla forza del proiettile che spinge la cute verso l’interno del corpo mentre penetra.
- Orletto Ecchimotico-Escoriato: Il foro di ingresso è spesso circondato da un orletto ecchimotico-escoriato, un’area di abrasione e contusione causata dall’azione del proiettile stesso in ingresso. A seconda dell’eccentricità o meno dell’orletto, è possibile dedurre la direzione dalla quale proveniva il proiettile.
- Nettezza dei Margini: I margini di un foro di ingresso sono generalmente netti e ben definiti, a differenza di quelli di un foro di uscita, che tendono ad essere più irregolari e strappati.
- Effetti Secondari dello Sparo: A seconda della distanza dello sparo, possono essere presenti effetti secondari dello sparo e cioè dovuti all’azione dei fumi e/o all’azione delle particelle combuste, parzialmente combuste e incombuste della polvere da sparo. Ad esempio, si potrebbe riscontrare il tatuaggio (deposito di particelle di polvere da sparo sotto la pelle), il fouling (residui di metallo sulla superficie della pelle), l’affumicatura (dovuto ai fumi dello sparo) e la bruciatura (causata dalla fiamma del proiettile). Questi segni si riscontrano in caso di colpi esplosi alla distanza massima di mezzo metro.
Difficoltà nell’Identificazione
Non sempre è semplice distinguere un foro di ingresso da un foro di uscita. Le seguenti situazioni possono complicare l’identificazione:
- Medicazione: Se il foro è stato medicato o manipolato, alcune caratteristiche distintive possono essere alterate o nascoste. Ad esempio, la rimozione di tessuti danneggiati o la pulizia della ferita può rendere meno evidente l’introflessione dei margini.
- Alterazioni Post-mortem: I cambiamenti che avvengono nel corpo dopo la morte, come la decomposizione o l’intervento della fauna, possono alterare l’aspetto del foro.
- Sovrapposizione di lesioni: In alcuni casi, la presenza di multiple ferite da proiettile può rendere difficile determinare quale foro sia di ingresso e quale di uscita.
Procedura di Analisi
Quando esistono dubbi interpretativi sulla natura di un foro, è essenziale procedere con un esame autoptico dettagliato. Ecco i passaggi principali di questa procedura:
- ISPEZIONE CADAVERICA: un’ispezione accurata del foro e delle aree circostanti per identificare caratteristiche distintive.
- ESAME AUTOPTICO, durante il quale si procederà alla ricostruzione del tramite intracorporeo prodotto dall’azione lesiva del proiettile
- CORRELAZIONE DEL RISCONTRO AUTOPTICO CON I RISULTATI DELLE INDAGINI BALISTICHE E/O CON IL DATO STORICO-CIRCOSTANZIALE. E’ necessario analizzare delle circostanze del caso, inclusi i rapporti di testimoni e l’analisi della scena del crimine, per contestualizzare i risultati dell’autopsia. Tuti questi dati dovranno poi essere correlati con i risultati delle indagini balistiche.
Conclusione
Riconoscere un foro di ingresso di un proiettile è un compito complesso che richiede un’attenta analisi forense. Sebbene esistano caratteristiche distintive, vari fattori possono complicarne l’identificazione. Soprattutto nei casi dubbi, è indispensabile ricorrere all’esame autoptico