Introduzione
Durante uno sparo, l’arma lascia delle impronte caratteristiche sul bossolo che consentono all’esperto balistico di identificare l’arma utilizzata. Queste sono chiamate impronte del ciclo dello sparo e costituiscono un aspetto cruciale nelle indagini balistiche.
Quando una cartuccia viene esplosa da una pistola semiautomatica, questa lascia sul bossolo dei segni distintivi del ciclo dello sparo che consentono di correlare quel particolare bossolo ad una determinata arma. Tali impronte quindi altro non sono che una “carta d’identità” dell’arma e consentono di associare il bossolo all’arma da cui è stato sparato.
Tali impronte balistiche vengono impresse da diverse parti dell’arma, soprattutto quelle facenti parte della camera di cartuccia: quelle più importanti e che vengono analizzate e studiate più spesso sono quelle causate dal percussore, dalla culatta, dall’estrattore e dall’espulsore.
In realtà, ogni parte dell’arma che è coinvolta nel ciclo dello sparo, può lasciare delle impronte (come ad esempio, i labbri del caricatore) ma queste sono quelle che vengono prese maggiormente in considerazione.
Impronta di percussione
Il percussore è un componente fondamentale presente in molte armi da fuoco, fa parte del meccanismo di scatto ed è atto a percuotere la capsula d’innesco della cartuccia, provocando lo sparo.
È responsabile di un’impronta lasciata al centro del fondello del bossolo, che viene chiamata impronta del percussore.
Quando viene premuto il grilletto, il percussore scatta in avanti e va a percuotere la capsula d’innesco, provocando l’accensione della polvere da sparo, nonché la spinta del proiettile attraverso la canna. In tal modo lascia un segno distintivo a livello della capsula d’innesco alloggiata sul fondello.
Impronta di culatta
La culatta è quella parte delle armi da fuoco che ha lo scopo di chiudere geometricamente la camera di scoppio al momento dello sparo.
I gas dello sparo generati dalla combustione della miscela innescante e della polvera da sparo, spingono il proiettile anteriormente all’interno della canna e, contemporaneamente, spingono il bossolo posteriormente verso la culatta. Ciò fa sì che il fondello del bossolo venga pressato verso la culatta, che lascia delle impronte a livello del fondello. Tali impronte vanno a circondare l’impronta lasciata dal percussore, potendo estendersi anche all’intero fondello.
Impronta d’estrazione
Mentre il bossolo viene spinto posteriormente dai gas dello sparo, viene altresì agganciato anche dall’estrattore a livello del collarino. L’estrattore è quella parte delle armi che ha lo scopo di estrarre il bossolo dopo lo sparo, unitamente all’espulsore.
L’estrattore tira il bossolo e continua a farlo indietreggiare. In tal modo lascia un’impronta in corrispondenza della superficie laterale del colletto.
Impronta d’espulsione
Infine, al termine del ciclo dello sparo, il bossolo, indietreggiando, entra in contatto con l’espulsore. L’espulsore è quella parte dell’arma responsabile del disassamento del bossolo e dell’espulsione dello stesso dalla camera di scoppio.
Nelle armi semiautomatiche dove la camera di cartuccia ha una finestra di espulsione sulla destra, l’espulsore lascerà un’impronta in corrispondenza del lato opposto, quindi del lato sinistro del fondello.
Conclusione
L’insieme di queste impronte balistiche è di fondamentale importanza perché costituisce una vera e propria “carta d’identità” dell’arma. Ci permettono quindi di capire la provenienza di quel bossolo; in altre parole, l’esperto balistico, analizzandole, può dedurre quale sia stata l’arma effettivamente utilizzata in un delitto.