QUANDO IL FREDDO PUO’ ESSERE LETALE

QUANDO IL FREDDO PUO’ ESSERE LETALE

Morire di freddo, o più precisamente, per ipotermia, rappresenta una condizione estrema in cui il corpo umano è spinto ai limiti della sua sopravvivenza. Le lesioni da bassa temperatura si verificano quando l’organismo, in presenza di freddo, non è più in grado di mantenere l’equilibrio fra termolisi e termogenesi.

In altre parole, il corpo non riesce più a compensare la quantità di calore disperso attraverso la superficie corporea mediante la produzione di altro calore endogeno. Le conseguenze possono essere di tipo locale o generale e consistere in assideramento, perfrigerazione e congelamenti.  In questo affascinante articolo, esploreremo i meccanismi che si nascondono dietro l’ipotermia.

ASSIDERAMENTO

L’assideramento consiste nel progressivo rallentamento delle funzioni organiche, e se non trattato in modo tempestivo può determinare la morte.

I primi sintomi si hanno quando la temperatura interna scende alcuni gradi al di sotto di quella normale (da 37° a 34°) e compaiono brividi. Se il calo della temperatura corporea non supera le 3-4 calorie al minuto, l’organismo è in grado di mantenere l’equilibrio, aumentando la produzione di calore, ma oltre tale limite il raffreddamento diviene inarrestabile e sopraggiunge “lo scompenso termico”, fino alla paralisi funzionale delle attività metaboliche cellulari.

In una fase iniziale i sintomi sono rappresentati da brividi, contrazioni muscolari dolorose, aumento del battito cardiaco e del respiro; successivamente, perdurando l’azione del freddo, le funzioni nervose decadono progressivamente a seconda delle diverse regioni cerebrali. Sopravviene dunque la perdita totale della coscienza accompagnata dalla cessazione dell’attività dei centri meso-diencefalici e, in ultimi, dei centri bulbari; si instaura infine il coma e la morte.

Generalmente a 22-24° tutte le cellule si paralizzano e anche se si interviene riscaldando il corpo, si sono già instaurati danni irreversibili e letali. La morte avviene quando la temperatura corporea raggiunge i 20°C circa.

All’autopsia si apprezzano solo reperti generici:

  • fluidità aumentata del sangue,
  • edema polmonare
  • emorragie puntiformi disseminate, evidenti soprattutto nella mucosa gastrica dove si associano a piccole erosioni (macchie di Wichniewski), però non costanti e non specifiche
  • nei muscoli scheletrici si possono reperire cristalli di ghiaccio

PERFRIGERAZIONE

Si tratta di turbe circolatorie e tissutali per esposizione a variazioni della temperatura ambientale, di scarso interesse medico-legale. È una condizione simile all’assideramento, ma che manifesta i suoi effetti soprattutto o esclusivamente su alcuni tessuti o apparati, come ad esempio quello respiratorio con sinusiti, faringiti, bronchiti.

Spesso, infatti, in queste condizioni si osserva una aumentata suscettibilità alle infezioni soprattutto a carico dell’apparato respiratorio.

CONGELAMENTO

Il congelamento consiste nell’azione localizzata della bassa temperatura che agisce su parti scoperte (naso, mani, piedi umidi), o su regioni corporee che vengono a contatto, per esigenze lavorative o per circostanze accidentali, con oggetti molto freddi (azoto liquido, serpentine frigorifere).

Nel congelamento si distinguono tre gradi:

Congelamento di I° grado

  • II° grado: inizia con la comparsa di flittene sierose od emorragiche situate nello spessore dell’epidermide o in sede dermo-epidermica.
  • III° grado: è il più grave perché si ha la necrosi tissutale, per comparsa di trombosi vascolare da ristagno ematico e da agglutinazione delle emazie.

Congelamento di III° grado.

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Benedetta De Luca

Giovane Medico Legale in formazione specialistica, Esperto in Balistica Forense. Mi occupo di decifrare storie che solo le armi e le munizioni possono raccontare.

2 risposte

  1. Tenendosi in movimento, nonostante il freddo si aiuta il corpo a reagire e non abbassare eccessivame te la temperatura? …l’utilizzo di coperte termiche (quelle classiche tipo alluminio per intenderci) aiutano a scaldare mantenendo la temperatura corporea?

    1. Tenersi in movimento non è sempre una buona idea poichè il movimento eccessivo può favorire la dispersione di calore corpore; solo apparentemente si percepirà “meno freddo”. Quando poi il corpo si fermerà, avrà perso sia calore che energia. L’utilizzo di coperte termiche, invece, riduce la dispersione di calore corporeo e rallenta il raffreddamento dello stesso.

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