LESIONI PROVOCATE DA MUNIZIONI A CARICA MULTIPLA

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L’entità e la morfologia delle lesioni causate dalle munizioni a carica multipla sono soggette a una serie di variabili, tra cui la distanza di sparo e le caratteristiche specifiche dell’arma (ad esempio, lunghezza della canna e tipo di borra utilizzato) che svolgono un ruolo fondamentale. In questo articolo, esploreremo il processo intricato che porta alla formazione di lesioni da cariche multiple e come queste variano a seconda della distanza dal bersaglio.

Nello schema si osserva il comportamento dei pallini di una carica multipla a diverse distanze: Alla bocca dell’arma (1), ad una distanza di circa 3 metri (2) e ad una distanza di circa 5-6 metri (3). L’immagine è tratta dal libro “Patologia medico-legale e tanatologia” di Vinci, Marrone e De Donno.

EFFETTO PALLA

I componenti di una carica multipla esplosa da un’arma a canna liscia (come, ad esempio, i fucili da caccia), al momento in cui abbandonano il vivo di volata della canna, sono raggruppati fra loro a costituire un’unica massa piuttosto compatta (effetto palla) che ha grosso modo il diametro dell’anima della canna (circa 18 mm per un calibro 12).

In tal caso, tenuto conto della compattezza dei pallini, sul bersaglio si avrà il cosiddetto “effetto palla”. Una massa di pallini che costituisca l’“effetto palla”, si comporta esattamente come un proiettile unico nella determinazione di un “classico” foro di ingresso, difforme da quelli prodotti dalle cartucce a proiettile unico per armi a canna rigata solo per quel che concerne le dimensioni.

Colpo da arma a carica multipla, esploso a distanza ravvicinata (entro i 10-15 cm): in questo caso si nota la sovrapposizione di ustione da fiamma (significativa al riguardo la delaminazione della cute, freccia verde), e di affumicatura; il tatuaggio non è apprezzabile perché mascherato dai suddetti reperti; si apprezza inoltre la relativa nettezza dei margini (effetto palla).

CONO DI ROSATA

Dopo circa 2 metri (in media), i pallini periferici, per effetto della resistenza dell’aria, cominciano a separarsi dal nucleo centrale, con la formazione del cosiddetto “cono di rosata”, che ha l’apice rivolto alla canna e la base verso il bersaglio.

Una rosata in iniziale fase di dispersione (distanza di circa 4 metri, fucile calibro 12, cartucce senza contenitore con pallettoni n.4/0). Si nota il foro di ingresso centrale (freccia blu) relativo alla maggior parte dei pallettoni ancora raggruppati a formare effetto palla; ognuno dei pallettoni periferici già in parte dispersi, ha determinato un tipico foro di ingresso.

A circa 5-6 metri dalla bocca dell’arma la massa centrale perde del tutto la sua coesione e la rosata può dirsi completamente formata.

Successivamente, a 7-8 metri la borra-contenitore perde ogni suo autonomo potere vulnerante e, di solito, assume traiettorie devianti dall’asse longitudinale della rosata che continua ad allargarsi progressivamente, con sempre maggiore allontanamento dei suoi componenti.

Lesioni con aspetto a “cielo stellato”: si crea a seguito dell’impatto sulla superficie cutanea di rosate molto disperse costituite da pallini di piccole dimensioni. Le frecce gialle indicano due impronte ecchimotico-escoriate provocate dall’azione di due borraggi.

INVERSIONE DEL CONO DI ROSATA

Il massimo dell’ampiezza della rosata si ottiene, in media e per pallini di media grandezza, a circa 30 metri. Si verifica quindi il fenomeno dell’inversione del cono di rosata: i pallini più periferici perdono energia e cadono al suolo; ciò avviene fino a distanze massime (sempre in media) di circa 50 metri, oltre le quali la carica perde del tutto la sua efficacia

CONCLUSIONI

La distanza tra l’arma e il bersaglio è un determinante critico delle lesioni causate dalle cariche multiple. A breve distanza, l’effetto palla può risultare devastante, mantenendo la sua compattezza. Man mano che ci si allontana, il “cono di rosata” e la dispersione dei pallini portano a una riduzione dell’entità delle lesioni.

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Benedetta De Luca

Giovane Medico Legale in formazione specialistica, Esperto in Balistica Forense. Mi occupo di decifrare storie che solo le armi e le munizioni possono raccontare.

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