LESIONI DA PRECIPITAZIONE

benedetta balistica cadere nel vuoto

Per precipitazione si intende il rapido spostamento di un corpo verso il basso, con la sospensione completa nello spazio ed il conseguente abbattimento al suolo.

La precipitazione si distingue dalla caduta poiché in quest’ultima viene a mancare il momento in cui il soggetto perde il contatto con il suolo: ad esempio, in caso di caduta dalle scale, il soggetto manterrà sempre il contatto con la superficie. Parliamo invece di precipitazione quando tale il soggetto perde il contatto con il suolo: tipico esempio è quello di un soggetto che precipita da un palazzo.  

La precipitazione è una delle modalità più frequenti di suicidio, soprattutto nelle grandi città, dove le persone possono lanciarsi da edifici, ponti, viadotti o altre strutture elevate. Si tratta di un evento traumatico che provoca gravi lesioni corporee, sia esterne che interne, il cui studio risulta fondamentale per stabilire la causa e le circostanze della morte.

Entità delle lesioni

Le lesioni da precipitazione dipendono da vari fattori, tra cui l’altezza della caduta, la posizione del corpo, il tipo di superficie di impatto, la presenza di ostacoli lungo la traiettoria, lo stato di coscienza e di contrazione muscolare dell’individuo. Sono, inoltre, proporzionali all’altezza ed alla resistenza delle strutture d’impatto (strade, terreno, ecc…)

In generale, si possono distinguere due tipi di lesioni:

  • lesioni da urto diretto
  • lesioni da improvvisa decelerazione

Lesioni da urto diretto

Le lesioni da urto diretto sono quelle provocate dall’urto del corpo contro il piano di arresto e/o contro delle strutture intermedie che il corpo può incontrare prima di giungere al suol. Il piano d’arresto e le strutture intermedie possono essere rigidi (asfalto, cemento, metallo) o elastiche (acqua, rete, telone).

Le lesioni dirette sono rappresentate per lo più da lesioni contusive e sono più numerose e gravi nelle sedi che colpiscono per prime il suolo e/o le strutture intermedie. Queste saranno quindi maggiormente rappresentate in corrispondenza della testa, del torace, dell’addome, del bacino o degli arti, a seconda della posizione assunta dal corpo durante la caduta.

Le lesioni dirette possono essere:

1. ECCHIMOSI: si producono per effetto di un’azione contusiva di media entità che agisce sulla superficie cutanea provocando danni a carico dei tessuti sottocutanei, senza determinare soluzioni di continuo della cute;

2. ESCORIAZIONI: sono determinate dalla perdita degli stati più superficiali della cute e delle mucose per una duplice e contemporanea azione lesiva, compressiva e di strisciamento prodotta da un corpo contundente che agisce in senso tangenziale;

Le lesioni ecchimotico-escoriate presenti sul dorso della salma, si produssero a seguito della precipitazione e strisciamento del corpo su di una superficie rigida, nello specifico una grata presente sul piano stradale. Le stesse infatti riproducono esattamente l’immagine della struttura metallica con cui il corpo venne a contatto

3. FERITE LACERO-CONTUSE: sono lesioni della cute e dei tessuti sottostanti, causate dalla lacerazione e dalla contusione provocate dall’impatto. Possono avere dimensioni e forme variabili, a seconda della forma e della consistenza del piano di arresto. Possono essere accompagnate da emorragie, ematomi, escoriazioni o abrasioni;

Ferita lacero-contusa in corrispondenza del capo provocata dall’urto dello stesso con il manto stradale

4. FRATTURE: sono lesioni delle ossa, causate dalla rottura o dalla deformazione provocate dall’impatto. Possono essere semplici o complesse, isolate o multiple, complete o incomplete, scomposte o composte. Possono interessare il cranio, la colonna vertebrale, il torace, il bacino o gli arti. Possono essere accompagnate da lesioni dei tessuti molli, dei vasi, dei nervi o degli organi interni.

Fratture complesse dell’ovoide cranico con sgranamento delle suture

5. LUSSAZIONI: sono lesioni delle articolazioni, causate dalla perdita di contatto tra le superfici articolari provocata dall’impatto. Possono interessare, ad esempio, le spalle, i gomiti, i polsi, le anche, le ginocchia o le caviglie. Possono essere accompagnate da lesioni dei legamenti, dei tendini, dei muscoli o delle capsule articolari.

Lesioni da improvvisa decelerazione

Le lesioni indirette sono quelle provocate dalla decelerazione improvvisa del corpo, che determina una forza d’inerzia che agisce sugli organi interni, provocandone la distorsione, la trazione o la rottura. Le lesioni indirette sono più frequenti e gravi negli organi più mobili e più vascolarizzati, come l’encefalo, il fegato, la milza o i reni. Le lesioni indirette possono essere:

  1. EMORRAGIE: sono perdite di sangue, causate dalla rottura di vasi sanguigni provocata dalla decelerazione. Possono essere interne o esterne, a seconda che il sangue si raccolga all’interno di cavità o spazi anatomici (cranio, torace, addome, pericardio, pleura, peritoneo) o fuoriesca all’esterno attraverso ferite o orifizi naturali (bocca, naso, orecchie, ano, vagina, uretra).
  2. CONTUSIONI: sono lesioni dei tessuti molli, causate dalla compressione o dallo schiacciamento provocati dalla decelerazione. Possono interessare il cervello, il cuore, i polmoni, il fegato, la milza, i reni o altri organi. Possono essere accompagnate da emorragie, edemi, ischemie o necrosi.
  3. LACERAZIONI: sono lesioni degli organi parenchimatosi, causate dalla rottura o dalla disgregazione provocate dalla decelerazione. Possono interessare l’encefalo, il cuore, il fegato, la milza, i reni o altri organi. Possono essere accompagnate da emorragie, ematomi, emoperitoneo o emotorace.

Nell’immagine sono evidenziate l’emorragia perirenale (frecce rosse) e la lacerazione del parenchima renale (freccia verde)

Lesione del parenchima epatico a seguito di un trauma addominale chiuso

Conclusioni

Le lesini da precipitazione sono molto variegate e sono direttamente proporzionali all’altezza ed alla resistenza. Studiarle è fondamentale per comprendere la dinamica dell’accaduto. Occorre inoltre considerare che, data la grande resistenza ed elasticità della cute, l’aspetto esterno in genere non è grave; possono talora riscontrarsi pochissime escoriazioni ed ecchimosi, soprattutto per l’urto contro superfici piane. Il quadro lesivo interno risulta però spesso grave e mortale.

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Benedetta De Luca

Giovane Medico Legale in formazione specialistica, Esperto in Balistica Forense. Mi occupo di decifrare storie che solo le armi e le munizioni possono raccontare.

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