Lo studio dei fenomeni cadaverici è fondamentale ai fini della valutazione medico-legale; permette, infatti, di trarre indispensabili informazioni in ordine ad:
- epoca della morte;
- causa della morte;
- luogo ove è avvenuto il decesso.
L’utilizzo dei parametri tanato-cronologici rappresenta un approccio scientifico e metodologico per affrontare questa sfida. In questo articolo, esploreremo quali sono i fenomeni abiotici secondari o consecutivi che i medici legali utilizzano per stimare l’epoca della morte.
1. Algor Mortis: il raffreddamento corporeo
Nel cadavere, con la cessazione delle attività cellulari metaboliche, indispensabili per la produzione di energia anche sotto forma di calore (termogenesi), la temperatura corporea tende progressivamente ad abbassarsi mettendosi in equilibrio con la temperatura esterna.
Si può ritenere che il fenomeno si divida approssimativamente in tre fasi:
- nella prima fase, la perdita di calore è lenta: circa 0,5 °C all’ora per le prime 3-4 ore;
- nella seconda fase, la perdita di calore è rapida: 1°C all’ora per le successive 6-8 ore;
- nella terza fase, il decremento termico è sempre meno sensibile: da 3/4 a 1/4 di grado all’ora fino all’equilibrio che si raggiunge generalmente nell’arco di 24 ore.
La temperatura corporea presa in considerazione è sempre quella interna (temperatura rettale), in quanto la pelle è soggetta ai fenomeni di evaporazione cutanea.
2. Livor Mortis: le ipostasi
Dopo la cessazione delle funzioni vitali, mentre le zone epistatiche del cadavere (quelle situate cioè più in alto) impallidiscono per la mancanza di irrorazione sanguigna, quelle declivi (o ipostatiche) assumono un colorito rosso vinoso, diventando quindi più succulente ed umide. Tale fenomeno è dovuto al deflusso del sangue che, non più sospinto dalla pressione sanguigna, si raccoglie, per la forza di gravità e secondo la legge dei vasi comunicanti, nelle regioni più declivi del corpo secondo la postura del cadavere.
Sono ben visibili in 1-2 ore dopo la morte e raggiungono la loro massima espressione entro 6-8 ore. La causa della morte influisce sensibilmente sullo stato delle macchie e sulla loro rapidità di formazione.
In rapporto al meccanismo di produzione ed in particolare all’epoca di comparsa, le ipostasi possono spostarsi (migrare), totalmente o parzialmente, dalla primitiva posizione ed apparire in sede diversa, ove il cadavere sia rimosso e deposto su altro piano o in una nuova posizione, durante la fase di migrabilità assoluta o parziale.
3. Rigor Mortis: la rigidità cadaverica
Immediatamente dopo la morte i muscoli volontari perdono il tono ed il cadavere assume un aspetto di abbandono completo.
Successivamente, comincia a crearsi uno stato di rigidità muscolare, che fissa le articolazioni in determinate posture e che è inizialmente più evidente nei gruppi muscolari più piccoli per poi estendersi a tutti i muscoli striati del corpo, secondo una successione cranio-caudale (legge di Nysten).
Il fenomeno, indipendente dall’attività nervosa e non legato alla normale depolarizzazione di placca, prende origine dalla degradazione delle membrane sarcolemmatiche, che provoca l’afflusso nei miociti di grandi quantità di Ca++ (la concentrazione di calcio extracellulare è 10000 volte maggiore di quella intracellulare). Questo processo è sufficiente a produrre la rigidità per il blocco dello scorrimento dei filamenti di actina e miosina.
Approccio Integrato per Massimizzare la Precisione
L’accuratezza nella determinazione dell’epoca della morte è spesso ottenuta attraverso un approccio integrato che va a considerare tutti i fenomeni abiotici consecutivi, nonché gli eventuali processi putrefattivi in atto. Tutti i parametri saranno poi analizzati ed interpretati considerando altresì i fattori intrinseci ed estrinseci che possono alternarne le tempistiche di insorgenza e formazione. Infine, sarò determinato un intervallo in cui sarà possibile collocare l’epoca del decesso.
2 risposte
Argomento trattato in modo molto esaustivo, anche per un non esperto come me. Complimenti
Grazie! Sono contenta di riuscire ad essere esplicativa.