COME APPAIONO LE LESIONI DA ARMA DA FUOCO SU UN OSSO PIATTO?

COME APPAIONO LE LESIONI DA ARMA DA FUOCO SU UN OSSO PIATTO 10

In corrispondenza delle ossa piatte, come ad esempio il tavolato osseo della teca cranica o la scapola, le lesioni d’arma da fuoco hanno una forma circolare o ovalare e presentano caratteristiche particolari che ci permettono di capire se ci troviamo di fronte ad un foro d’ingresso o d’uscita.

In questo articolo esploreremo in che modo capire se ci si trova di fronte ad un foro d’ingresso o d’uscita, studiando e analizzando soltanto la conformazione del foro.

Cosa succede quando il proiettile colpisce le ossa piatte?

Il proiettile, quando colpisce le ossa piatte determina sulla superficie ossea un’erosione opposta rispetto a quella di ingresso del proiettile, come mostrato nella figura seguente.

La caratteristica dei proiettili di determinare sulle ossa piatte una erosione sulla superficie opposta a quella di ingresso è molto utile per stabilire la direzione di sparo.

Questa peculiarità può essere vantaggiosamente impiegata anche a distanza di molto tempo dalla morte, con il semplice esame di resti scheletrici.

Dimensioni del foro

Bisogna tuttavia tenere presente la possibilità che il foro abbia aspetti diversi in rapporto all’obliquità con cui il proiettile attinge l’osso.

Se il proiettile colpisce l’osso perpendicolarmente, si creerà un foro di forma circolare con diametro pari a quello del proiettile. Tale informazione potrà essere utilizzata per dedurre il calibro del proiettile.

La lesione di uscita, invece, a causa della deformazione subita dal proiettile nel primo impatto, nella maggior parte dei casi, è più irregolare e di maggiori dimensioni rispetto a quella di ingresso.

Cono svasato

Le lesioni da proiettili d’arma da fuoco sono facilmente riconoscibili sulle ossa piatte, perché specialmente se queste sono di un certo spessore, come la calotta cranica o l’ala dell’ileo, si determina una perdita di sostanza che assume una forma a tronco di cono svasato verso il lato di uscita del proiettile.

In particolare, nel cranio ove è frequente che le opposte pareti siano attraversate dallo stesso proiettile, il foro di ingresso ha sul tavolato esterno contorno netto, talora con presenza di fini scheggiature, mentre sul tavolato interno appare largamente scheggiato, irregolare e tagliato a sbieco con obliquità verso l’interno, così come mostrato di seguito.

In figura si osservano due fori provocati da proiettili calibro 7,65 Browning a livello della teca cranica, osservati dal lato esterno (immagine superiore) e dal lato interna (immagine inferiore) di questa. È evidente l’erosione a spese del tavolato interno. Immagine tratta dal Libro “Patologia medico-legale e Tanatologia” di Vinci F. e altri autori.

Una disposizione inversa con taglio a sbieco verso il tavolato esterno si osserva invece in corrispondenza del foro di uscita, quest’ultimo, poi, è spesso più ampio ed ha contorno meno regolare.

In tali foto, si osserva un foro d’uscita provocato da proiettile calibro 7,65 Browning a livello dell’osso temporale di sinistra della teca cranica, osservato dal lato esterno. È evidente l’erosione a spese del tavolato esterno con forma a cono svasato verso l’esterno. Caso di suicidio con pistola Beretta mod. 70 cal. 7,65 Browning.

È così per tutti i proiettili?

Ciò che abbiamo detto fin ora, è valido per proiettili che attingono il corpo con una bassa/media energia cinetica.

Invece, i proiettili dotati da alta velocità ed elevata energia cinetica producono lesioni ossee devastanti, con effetti di scoppio della cavità naturali, distruzione degli organi parenchimatosi ed alterazione dei profili anatomici.

In queste circostanze può essere molto ardua l’identificazione delle lesività di ingresso e di uscita, che vengono a perdere la loro autonomia morfologica.

Conclusioni

Le caratteristiche dei fori in corrispondenza delle ossa piatte sono, ovviamente, importantissime per riconoscere la direzione seguita dal proiettile nel suo tragitto intracranico e possono essere vantaggiosamente impiegati anche a distanza di molto tempo dalla morte, con il semplice esame di resti scheletrici.

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Benedetta De Luca

Giovane Medico Legale in formazione specialistica, Esperto in Balistica Forense. Mi occupo di decifrare storie che solo le armi e le munizioni possono raccontare.

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