ALGOR MORTIS: TEMPERATURA CADAVERICA

algor mortis - benedetta balistica

Nel cadavere, con la cessazione delle attività cellulari metaboliche, indispensabili per la produzione di energia anche sotto forma di calore (termogenesi), la temperatura corporea tende progressivamente ad abbassarsi mettendosi in equilibrio con la temperatura esterna.

In questo articolo esploreremo come varia la temperatura del corpo a seguito del decesso.

Variazione della temperatura

Si può ritenere che il fenomeno si divida approssimativamente in tre fasi:

  • nella prima fase: la perdita di calore è lenta (0,5 °C all’ora per 3-4 ore);
  • nella seconda fase: la perdita di calore è rapida (1°C all’ora per 6-8 ore)
  • nella terza fase: il decremento termico è sempre meno sensibile, da ½ a ¼ di grado all’ora fino all’equilibrio.

La lentezza della prima fase dipende dal metabolismo cellulare residuo che cessa dopo 3-4 ore e permette un raffreddamento più rapido nella seconda fase. Nella terza fase, invece, il corpo ha già ceduto gran parte del suo calore all’ambiente esterno; quindi, il decremento termico torna ad essere rallentato.

In condizioni medie (cadavere nudo, di normale conformazione corporea, con temperatura ambientale di 15-20° C, umidità bassa e ventilazione moderata) l’equilibrio termico si raggiunge di solito intorno alle 22-23 ore, con una oscillazione possibile fra 10 e 30 ore a seconda dei diversi fattori che influenzano tale fenomeno.

Come si misura?

La temperatura corporea presa in considerazione è sempre quella interna; la pelle ha infatti una cinetica di equilibrio termico diversa, in quanto è soggetta al fenomeno dell’evaporazione cutanea che, sottraendo ulteriore calore, porta la temperatura a valori inferiori rispetto a quelli ambientali.

La temperatura che si va a misurare è quella a livello rettale.

Fattori intrinseci che possono modificare la variazione della temperatura cadaverica

La temperatura rettale risente dei seguenti fattori intrinseci:

  1. Temperatura di partenza del corpo: normalmente fissata a 37°C, ma sensibile a variazioni anche notevoli per stati patologici, quali ad esempio la febbre;
  2. Tipo di morte: tetano, lesioni encefaliche, stricnina, colpo di calore, sforzo fisico al momento della morte portano ad un innalzamento della temperatura. L’emorragia o la cachessia sono invece fattori che riducono la temperatura;
  3. Età: i neonati ed i bambini si raffreddano più rapidamente per il minor spessore cutaneo e la ridotta superficie corporea;
  4. Costituzione e nutrizione: i soggetti grassi si raffreddano più lentamente, in quanto il pannicolo adiposo costituisce un isolante naturale ideale.

Fattori estrinseci che possono modificare la variazione della temperatura cadaverica

La temperatura cadaverica può variare anche in base ad alcuni fattori ambientali e/o circostanziali. Infatti, i fattori estrinseci sono rappresentati da:

  1. Ambiente che circonda il cadavere: il raffreddamento è più rapido in acqua, più lento se il cadavere ha indumenti, coperte o è isolato dall’ambiente circostante;
  2. Temperatura esterna;
  3. Umidità e ventilazione: aumentano la rapidità di raffreddamento.

Calcolo dell’epoca della morte

Per la valutazione dell’epoca della morte, basata sulla curva di decremento termico del cadavere, nella pratica medico-legale sono utilizzati appositi metodi di calcolo che tengono conto di vari fattori, tra cui l’indice di massa corporea, la presenza di indumenti oltre che, ovviamente, alla temperatura ambientale e a quella cadaverica. Anche in questo caso però i valori ricavati devono considerarsi solo orientativi e sono sempre meno affidabili in rapporto al maggior il tempo intercorso tra il momento della morte e la rilevazione dei dati utilizzati per il calcolo.

In particolare, si utilizzeranno i nomogrammi di Marshall e Hoare (figura a sinistra) e/o di Henssge (figura a destra).

Considerazioni conclusive

La precisa misurazione della temperatura cadaverica è molto utile ai fini tanatocronologici: tale dato consente infatti di stimare l’epoca della morte. Non bisogna però dimenticarsi dei fattori intrinseci ed estrinseci che possono influenzare tale fenomeno.

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Benedetta De Luca

Giovane Medico Legale in formazione specialistica, Esperto in Balistica Forense. Mi occupo di decifrare storie che solo le armi e le munizioni possono raccontare.

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